Zitto che te racconto...
Cunti e canti della favolistica campana
Testo e regia Aldo de Martino
Con Anna Spagnuolo, Violetta Ercolano, Aldo de Martino
e la fisarmonica di Salvatore Torregrossa
Ombre e pupazzi Violetta Ercolano
Scene Benito Previdera
C’è steva
na vota nu viecchio e na vecchia,
Stevene ‘e casa aret’’ ’a nu specchio.
Areto a nu specchio, ‘ncopp’ ‘a nu monte
Stateve zitti ca mò vo’ conto
La Campania è stata da sempre una regione caratterizzata da una forte tradizione favolistica, tanto è vero che dai racconti che hanno avuto origine nelle sue province, sin dalle epoche più remote, sono nate molte delle più celebri favole per l’infanzia.
Nelle fiabe campane si trovano riferimenti ai classici latini e greci, alla tradizione tramandata oralmente e alla nuova tradizione napoletana voluta dagli Angioini, che riorganizzarono la cultura nella nuova capitale del Regno.
Dal Cunto di Miezuculillo l’orco mangia bambine, alla storia della Vecchina che sposo un topo; dalla storia tragica e buffa delle nozze di Catarina, a quelle del Guarracino, trasformata in una immensa rissa tra tutti i pesci del mare.
La voce calda e avvolgente di Anna Spagnuolo, la fisarmonica di Salvatore Torregrossa e il teatro d’ombre e di figura evocato da Aldo de Martino e Violetta Ercolano, sono gli ingredienti vincenti di uno spettacolo onirico.
Tecnica: Teatro d’attore con musica dal vivo e figure - Durata: ’50 - Personale impiegato: 5