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Arbeit Macht Frei - racconti dalla Shoa

​uno spettacolo di Aldo de Martino

con: Melania Esposito - Floriana Cangiano
       Nello Provenzano - Cristian Izzo
e la fisarmonica di Salvatore Torregrossa 

Il 27 gennaio del 1945 i soldati dell'armata rossa entravano ad Auschwitz.
L'abbattimento dei cancelli del più vasto campo di sterminio nazista rappresentò un avvenimento prevalentemente simbolico, infatti il campo era già stato evacuato.
I prigionieri erano stati trasferiti forzatamente, in una lunga marcia sotto la neve, all'interno del territorio tedesco.
Sul cancello di Auschwitz, di Dachau e di decine d’altri campi di concentramento sparsi in tutta Europa, i nazisti scrissero in lettere gotiche: “Arbeit macht frei, il lavoro vi renderà liberi” .
Quasi una beffa, ideata dal maggiore Rudolph Höss, comandante del campo di  Auschwitz.​

Durante i 12 anni del regime nazista milioni di persone vennero imprigionate nei campi di concentramento. Per distinguere le varie categorie di prigionieri i nazisti idearono un sistema di distintivi di diverso colore da portare sugli abiti. Ogni deportato aveva un triangolo colorato sulla sua uniforme. Gli ebrei portavano la stella gialla, i Politici un triangolo rosso, i delinquenti comuni erano contrassegnati dal triangolo verde, gli omosessuali da quello rosa, gli "anti-sociali" e le lesbiche da quello nero, gli zingari da quello marrone, i testimoni di Geova da quello viola ed infine gli immigrati da quello blu. 
 
Nel buio un uomo seduto su di una vecchia sedia di legno fuma, “Considerate se questo è un Uomo…” lo raggiunge una Donna, nello stesso fascio di luce; “Considerate se questa è una Donna…”; ma è solo un attimo dalla platea arriva il fracasso di piatti e tamburo realizzati con vecchi coperchi e scatole di  latta. Due attori si muovono veloci tra il pubblico ricordando, come se si trattasse di un banditore, le Leggi Razziali emanate dal Regime Fascista, due fasci di luce li seguono incessantemente in sala.
Prende così avvio uno spettacolo che alterna momenti di tenerezza a momenti di amare considerazioni sulla vita degli Haflinge; Ironia macabra e pungente sulle “Ricerche Scientifiche Naziste”, e presentazione dei Campi di Sterminio come Villaggi Vacanza; i sogni da ragazza normale di Anna Frank e le deposizioni dal processo di Norimberga.
Uno spettacolo forte, capace di interessare il giovane pubblico.



 

Età consigliata: 11 - 18 anni
Durata: 50'

 

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